martedì 1 aprile 2014

In che mondo viviamo...bassezze umane e lievito naturale



In che mondo viviamo! è un'affermazione che spesso mi capita di sentire e di pronunciare ultimamente.
Viviamo in un mondo fatto di un sacco di cose brutte e basta farsi un giro o guardare fuori dalla finestra o ancora meglio, stare attenti a quello che succede in casa propria per avere la percezione che questo mondo è lungi dall'essere perfetto e buono ma pieno, al contrario, di cose "sbagliate". E' facile che saltino all'occhio le bassezze, le schifezze, le cattiverie, gli egoismi della nostra razza. Non c'è bisogno di commentare troppo questo, si tratta in fin dei conti di cose ovvie. Vorrei invece parlarvi della creatività del primo fornaio. Quello che ha inventato la lievitazione naturale. Qui siamo nell'ambito delle leggende e vorrei condividerne una che recentemente mi è stata raccontata in seduta (sono molto sensibile al tema del pane perché una parte della mia famiglia fa il pane da diversi decenni).

Un fornaio distratto e un po' superficiale, finita la sua giornata di lavoro, si accorge di aver dimenticato di infornare un parte del pane che aveva impastato. Ma ormai il forno è spento e non sa cosa farne. E' stanco e preso da pigrizia, decide di far finta di niente e di lasciare quell'ammasso di acqua e farina nel suo contenitore. Non ha nessuna voglia di occuparsi ora di quello scarto. Il giorno dopo si accorge, con grande sorpresa, che l'impasto è raddoppiato di volume e decide di infornarlo...

Senza quelli che appaiono come limiti umani, senza la superficialità e le bassezze di questo primo fornaio, non avremmo scoperto la lievitazione naturale.
Viviamo in un mondo in cui c'è spazio pure per i limiti e le schifezze umane. Col tempo e con la giusta dose di creatività (ovvero la capacità tipicamente umana di muoversi tra i limiti e di vedere e inventare il nuovo) e di respons-abilità (non colpa! vedi altro articolo nel blog) quelle che appaiono come scarti o elementi da cui depurarsi, possono diventare risorse e possibilità.
Guardare un po' meglio ciò che c'è, piuttosto che ciò che dovrebbe essere, sospendere le aspettative idealistiche di perfezione, permettono di ospitare parti di noi che possono sorprenderci. La sorpresa è la polarità opposta della paura: ci consente di aprire gli occhi verso nuove scoperte (che poi è proprio ciò che rende grande la razza umana) e magari di renderci più probabile la possibilità di crearci un mondo come lo vogliamo.
Porsi di fronte a se stessi e agli altri senza giudizio ma con sorpresa è essenziale anche per questo: per evitare di buttar via troppo in fretta scarti che possono col tempo lievitare e diventare preziosi. 




Nessun commento:

Posta un commento